I recenti chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate in merito agli adempimenti introdotti dal Decreto antifrode e la retroattività, anche se parziale del provvedimento, crea confusione nelle imprese, nei professionisti e cittadini colpiti dall’ennesima norma che interviene in corso d’opera. I nuovi obblighi per usufruire dei bonus edilizia infatti fanno lievitare i costi delle procedure.
“L’obiettivo di contrastare frodi e scorrettezze nel mercato della riqualificazione – afferma Marcello Parma Presidente di CNA Cremona – si persegue arginando e punendo chi opera in modo scorretto con una maggiore capacità di controllo da parte degli organi preposti, non intervenendo nei confronti di tutti con la modifica delle regole”.
L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che i prezzari della casa editrice DEI possono essere utilizzati solamente con riferimento agli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica come espressamente indicato nel decreto. L’impossibilità di utilizzare i prezzari DEI, viste le difficoltà oggettive di trovare il valore di congruità delle spese, farà lievitare di molto il costo delle attestazioni, appesantendo ancora di più il costo amministrativo dei nuovi obblighi.
“Occorre – continua Parma – intervenire rapidamente per prevedere l’utilizzo dei prezzari DEI anche per i lavori di ristrutturazione e per prevedere una soglia per piccoli interventi al di sotto della quale non si applichi congruità dei prezzi ed asseverazione”.
Sempre con riferimento all’attestazione della congruità delle spese sostenute va precisato che, per i bonus diversi dal superbonus, l’attestazione, richiesta per optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito, può essere rilasciata anche in assenza di uno stato di avanzamento lavori o di una dichiarazione di fine lavori, considerato che la normativa di riferimento, a differenza di quella prevista per il Superbonus, non richiede tali adempimenti. Tuttavia, l’Agenzia delle entrate ritiene che una spesa trova giustificazione economica soltanto in relazione ad una esecuzione, ancorché parziale, di lavori. Pertanto la nuova attestazione della congruità della spesa non può che riferirsi ad interventi che risultino almeno iniziati.
“Il mancato confronto che ha portato alla frettolosa introduzione del provvedimento – conclude Parma – sta creando degli effetti pericolosissimi nel mercato e rischiano di soffocare la ripresa che il settore stava vivendo dopo anni di pesantissima crisi. Si rischiano di vanificare gli sforzi degli ultimi periodi, introducendo, ancora una volta burocrazia alla burocrazia. Invece di snellire e facilitare le procedure si fa l’esatto contrario e a pagarne le spese saranno le imprese e le famiglie”.