Le bollette energetiche hanno raggiunto livelli insostenibili mettendo a rischio imprese e cittadini. “È ormai evidente che vada fissato un tetto al prezzo del gas, una priorità del Paese su cui chiediamo dunque l’impegno congiunto di tutte le forze politiche, al di là degli esiti del voto del prossimo 25 settembre”.
È quanto sottolinea il Presidente CNA Cremona, Marcello Parma.
CNA è consapevole dello sforzo profuso dal Governo già a partire dalla fine del 2021, con numerosi e costanti interventi volti ad attenuare l’impatto del caro-energia sulle bollette di cittadini e imprese. Ma il fenomeno è talmente grave che tali misure non sono state sufficienti a compensare bollette che ormai pesano 3-4 volte di più sui costi aziendali.
È una condizione che da molti mesi riduce la competitività delle imprese mettendo a rischio ripresa e occupazione, o si tramuta in una pericolosa spinta inflazionistica. Parallelamente, rimane alta l’attenzione sulla necessità di garantire le forniture in vista dell’inverno.
“Le parole del Ministro Cingolani – continua Parma – anticipano l’arrivo di un Piano per risparmiare il gas nei prossimi mesi, che si aggiungerà agli interventi già messi in campo per potenziare rigassificatori e stoccaggi. Su questo fronte, sollecitiamo la necessità di un confronto preventivo e funzionale alla definizione del Piano, in modo da evitare nuove pesanti ricadute sulle attività produttive che, già provate dai rincari, non potrebbero sostenere anche gli impatti di potenziali contingentamenti”.
Ma c’è di più. CNA sottolinea come i costi energetici hanno colpito tutti i settori ed, in particolare, sono molte le filiere del comparto manifatturiero, che non rientrerebbero nella definizione di energivore previste dal nuovo decreto in via di emanazione.
“E’ evidente di come la corsa senza fine dei costi energetici sta avendo un impatto devastante sul settore manifatturiero-industriale – continua Parma – con moltissime piccole imprese che operano in filiere che non possono trasferire sui clienti i maggiori oneri. La congiuntura si sta rapidamente deteriorando: il fatturato dell’industria accusa il primo calo mensile dopo cinque mesi di aumenti consecutivi, la produzione industriale mostra una tendenza negativa nelle ultime due rilevazioni e nei prossimi mesi è atteso un ulteriore indebolimento del comparto manifatturiero. Tutti segnali che ci fanno dire che sono necessari e non rimandabili, interventi robusti e strutturali per scongiurare un lockdown produttivo del settore”.