Rivedere la legge quadro sull’artigianato

Marcello Parma Presidente CNA Cremona

E’ notizia di ieri che, le imprese artigiane mostrano finalmente il primo consistente saldo attivo dal 2008. Nel 2023, secondo i dati diffusi da Unioncamere, il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato positivo e pari a 4.419 unità.

“Può sembrare un dato minimale – afferma Marcello Parma, Presidente di CNA Cremona – ma se analizzato guardando il pregresso lascia barlumi di speranza per il futuro. Certo, la strada della ripresa, è ancora lunga e impervia”.

L’andamento dell’artigianato mostra infatti luci e ombre in termini di dinamiche settoriali. Trend molto positivo per le costruzioni (+6.739 imprese), che hanno potuto godere ancora della spinta della domanda alimentata dai bonus per l’edilizia, i servizi per la persona (+2.152 imprese) e i servizi per gli edifici e il paesaggio (+1.042), ambito all’interno del quale sono comprese le imprese di pulizia.

I settori che hanno accusato una diminuzione del numero delle imprese artigiane sono invece la manifattura (-3.362 imprese), il commercio (-1.311 imprese) e il trasporto/magazzinaggio (-844 imprese). Per quanto riguarda la manifattura il dato riguardante l’artigianato desta più di una preoccupazione: se da un lato infatti la diminuzione ha riguardato pressoché tutti gli ambiti settoriali (l’unico a essere in netta controtendenza è il comparto delle riparazioni e della manutenzione di macchinari, +493 imprese); dall’altro essa va in controtendenza rispetto alla dinamica delle imprese non artigiane il cui numero è invece aumentato lievemente (+400 imprese).

 

“Anche se il saldo è positivo e viene dopo un anno difficile, contrassegnato da un peggioramento dello scenario geopolitico internazionale e dal permanere di una forte incertezza dell’economia, il dato di ritorno delle imprese del settore manifatturiero è preoccupante, non nascondiamocelo – conclude Parma -. Allo stesso modo sarà importante capire come si evolveranno le imprese di costruzione ora che la spinta dei bonus è destinata a finire. Sono dati che ci fanno dire, ancora una volta, quanto sia importante e urgente aggiornare la legge quadro sull’artigianato. La sua revisione non solo creerebbe terreno fertile per favorire la crescita di un settore fondamentale come è quello del Made in Italy, ma darebbe anche una spinta considerevole all’economia nel suo complesso che, da sempre, risente degli andamenti delle imprese artigiane italiane”.

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